Quando capovolgiamo il nostro corpo, favoriamo il ritorno venoso e lasciamo fluire una maggior quantità di sangue al cervello. A tale proposito, una delle posizioni classiche dello yoga è Shirshasana. In questa posizione sono le braccia che sostengono il corpo mentre l’appoggio della testa deve essere minimo. Si possono attribuire a Shirshasana, praticata regolarmente, benefici quali un incremento nella memoria e nella concentrazione è un aumento della calma interiore. A livello muscolare è coinvolta intensamente la muscolatura di braccia, spalle, schiena, addome e glutei. Ciò comporta che la corretta esecuzione dell’asana debba essere preparata, sia dal punto di vista muscolare che dal punto di vista procedurale. Per imparare a entrare nella posizione, Il mio consiglio è di non utilizzare il sostegno del muro bensì prendere confidenza con i diversi passaggi che conducono consapevolmente alla posizione finale. Durante lo studio, sarebbe opportuno farsi guidare da un maestro e in seguito farsi assistere da un compagno. Specialmente in fase iniziale, utilizzare il muro come sostegno permette alle gambe di salire sopra la testa con relativa facilità anche senza il corretto coinvolgimento della muscolatura interessata. Si può rischiare, quindi, di trasmettere troppa pressione alla testa, di incassare il collo nelle spalle e di inarcare la schiena in modo scorretto.
Sarvagasana, la posizione della candela, essendo anch’essa una posizione capovolta, è una buona alternativa Shirshasana e il suo apprendimento è più semplice.
Detto questo, vi invito a provare: continuo a pensare che la sperimentazione, rispettosa dei propri limiti e tempi, sia un fattore positivo sia per il nostro corpo che per la nostra mente ad ogni età.
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